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Come si fa a fare soldi con le app?
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Corso Android, giorno 1, argomento “cos’è Android e quali sono le sue componenti principali”, arriva la prima domanda: come si fa a fare soldi con le app?

Domanda lecita, tempistica curiosa. Ok, parliamone.

Le possibilità sono 3, ognuna con vantaggi e svantaggi.

App a pagamento

È la modalità più classica, l’app viene messa in vendita sul market e gli utenti la scaricano pagando. Il prezzo medio delle app è intorno a 1-2€ sulle varie piattaforme quindi è necessario venderne parecchie per avere un guadagno degno di questo nome. All’incasso poi va decurtata la percentuale che si tiene il market (Google, Apple, Microsoft, RIM) che è del 30% (prezzo di cartello) su tutti i market. Questa modalità di guadagno si adatta molto bene ad applicazioni utilizzate di tanto in tanto dagli utenti poiché il guadagno è proporzionale al numero di download e non alla frequenza di utilizzo dell’app. Attenzione se scegliete questo business model: gli utenti si aspettano che le app a pagamento siano di livello professionale, con pochi bug e un’ottima UX.

Vantaggi: semplice da implementare, guadagni proporzionali ai download. Svantaggi: il modello di business scala poco perché gli utenti pagano l’app una volta e hanno aggiornamenti gratuiti a vita. Aggiungo anche che sui market “pirata” si trovano spesso applicazioni a pagamento scaricabili gratuitamente, in effetti la barriera imposta dal market è aggirabile una volta ottenuta una copia pirata dell’app.

Pubblicità in-app

Da sempre si dice che la pubblicità è l’anima del commercio, ebbene è così anche per le app: inserendo banner pubblicitari all’interno dell’app è possibile ottenere guadagni dai circuiti pubblicitari. Questo modello è adatto solo ad app utilizzate frequentemente perché per avere buoni guadagni occorre realizzare tanti tanti click. Considerando infatti un rapporto tra impression (visualizzazioni) e click intorno al 3% e un guadagno di 0.5c a click potete immaginare facilmente che serve un numero enorme di visualizzazioni anche solo per arrivare a 1€. La buona notizia è che questo guadagno, seppure basso, è giornaliero perché ogni volta che l’utente usa l’app arriva l’impression e di conseguenza il click. Oltretutto, rispetto ai siti Web, su mobile il rapporto tra impression e click (CTR) è leggermente superiore, probabilmente anche per il maggior numero di errori degli utenti che involontariamente cliccano sul banner, soprattutto se questo è posizionato in modo strategico.

Vantaggi: il guadagno è proporzionale all’effettivo utilizzo dell’app, si continua a guadagnare anche con (relativamente) pochi download purché gli utenti siano molto fidelizzati. Svantaggi: le app con pubblicità vengono spesso giudicate come “poco professionali” e alcuni utenti non le vedono di buon occhio. Esistono software (almeno su Android) che permettono di filtrare la pubblicità, azzerando di fatto i guadagni dello sviluppatore.

Prodotti in-app

Modello di business relativamente recente, consiste nel distribuire gratuitamente le app con le funzioni base e vendere direttamente dall’app funzionalità aggiuntive o estemporanee. Comprare funzionalità aggiuntive significa di fatto sbloccare funzionalità già presenti nell’app, comprare feature estemporanee invece significa ottenere qualcosa di utilizzo immediato e spesso “usa e getta”. Un esempio di funzionalità estemporanea è la Mighty Eagle di Angry Birds, che dietro il pagamento di una somma irrisoria consente di superare il livello in corso. Comprato, usato, buttato. Questo modello si applica molto bene ai giochi perché consente l’acquisto di punti, livelli aggiuntivi, potenza, etc. etc.

Vantaggi: l’utente arriva a spendere molti soldi senza (quasi) accorgersene e tecnicamente il meccanismo è molto ben protetto dalla pirateria. Svantaggi: la programmazione si complica parecchio.

Ora non avete più scuse: andate, programmate e guadagnate!

La cosa ti stuzzica? Della serie “potrebbe interessarti anche…”, puoi continuare la lettura con l’articolo “Quanto costa fare un’app?” oppure forse sei già pronto a richiederci un preventivo gratuito, ma attenzione: non starai mica pensando di richiedere un’app gratuita e condividere i guadagni